Intersezione con la realtà

Chi percorre un cammino scolastico di tipo tecnico-scientifico prima o poi finisce per cozzare contro le coniche.
Circonferenza, parabola, ellisse, iperbole, figure che nascono intersecando un cono (un cono vero, quello che conosciamo abitualmente è solo mezzo cono, uno intero ne ha uno rovesciato sul vertice) con un piano con varia inclinazione rispetto all’asse del cono. Ecco perché coniche.

Io sono un appassionato di fotografia.
Mi piace fotografare, mi piace la tecnica, mi piace vedere i lavori dei grandi fotografi, mi piace provare ad interpretare le loro tecniche cannibalizzarle per poterle utilizzare nelle mie foto.

E ora voglio esporti la mia idea di fotografia, la mia interpretazione della creazione di una fotografia.

Avrai sicuramente già conosciuto il concetto di realtà come processo interpretativo di quello che i nostri sensi catturano, cioè che ognuno crea una sua propria soggettiva realtà sulla base di quello che vede, sente, tocca, e un esempio è molto facile da esporre: se siedo su un treno in partenza dalla stazione sono almeno due le realtà che vado ad interpretare: il treno parte e la stazione sta ferma, e questa è la realtà fisica oggettiva, ma i sensi ti presentano anche la situazione diametralmente opposta, indistinguibile e sensorialmente corretta se non fosse per la mediazione delle tua conoscenza.

Per me la fotografia è lo stesso processo di creazione delle coniche, cioè un’intersezione della realtà fisica con la visione soggettiva del senso vista mediato dalle scelte della nostra intelligenza.

La scelta di una inquadratura rispetto ad un’altra, di una condizione di luce piuttosto ad un’altra, di un angolo di visuale rispetto ad un’altra, di un tempo di ripresa rispetto ad un’altra equivale all’inclinazione del piano che discrimina circonferenza da iperbole.

Ecco perché, come non ci saranno mai due realtà uguali per due spettatori della stessa situazione, non ci saranno mai due foto uguali anche se fatte dalla stessa macchina, alla stessa ora, nello stesso posto: diversa sarà infatti la formazione, la cultura, la sensibilità, il vissuto dei due fotografi che daranno sempre vita a due diverse realtà, a due diverse visioni del mondo.

Ma se anche lo stesso fotografo si trovasse nelle stesse condizioni di luce, spazio, tempo, egli stesso non riuscirebbe a ricreare la stessa foto del tempo x in cui scattò la prima. Il processo “scatto di una foto” è quindi un processo creativo univoco.

Ed è per questo ogni foto sarà sempre unica e irripetibile, come unico e irripetibile è l’essere che le crea.

Se vuoi vedere come fotografo, ecco il link al mio sito:  www.francescoseveri.com

Ciao, grazie del tuo tempo

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