La costiera del Paradiso

Ciao.
Sono stato qualche giorno in Costiera Amalfitana, volevo lasciarti alcuni ricordi e riflessioni.

Su un autobus del servizio di trasporto pubblico c’era una pubblicità che riportava una citazione di un autore che purtroppo non ricordo. Diceva che il giorno del giudizio finale gli abitanti della Costiera non noteranno la differenza perché hanno vissuto in paradiso fin dalla nascita.

Gli si può dar torto?
Rupi a picco su mare smeraldino, limoni, glicine, viole e altri bellissimi fiori a colorarne le balze, lunghe scalinate assolate in cui solo il vento ed il passare veloce e fugace di una lucertola ti fanno rendere conto che non stai fissando un poster, ville stupendo in cui si fondono medioevo, età moresca ed i lontani ricordi dell’epoca d’oro della repubblica marinara di Amalfi, sapori e odori delicati, vini con i riflessi dell’oro, olio con i profumi del rincorrersi delle stagioni, dolci preziosi come scrigni di gioie.

Tra questi posti magici, uno tra tutti ha catturato il mio cuore, ha rubato un posto duraturo nella libreria dei miei ricordi: il fiordo di Furore.
Una stretta insenatura scavata dall’eterno lavoro nascosto e infaticabile dell’acqua sfocia in mare sotto un cavalcavia della strada costiera, fondendo la sua acqua limpida come cristallo di rocca con il blu cobalto del mare, che diventa verde smeraldo e azzurro topazio dove il sole ne percuote la superficie colorandolo nel profondo.

In un luogo come questo si resta in silenzio, muti ed assorti nell’ammirare il dono infinito della bellezza.

Come ho visto fare ad un uomo, scalzo, con calzoni arrotolati al polpaccio, con i piedi nell’acqua gelida, le braccia poste ad anfora sui fianchi, con l’entroterra alle spalle e lo sguardo a vagare oltre l’arco del  ponte stradale, perso nel mare. L’atteggiamento di chi assorbe tutta la pace che il bello può generare.
Non è tutto idilliaco, te ne parlerò, ma mi sembra un errore mescolare dolce ad amaro, per cui ci sarà una nuova occasione per le cose negative.

Gli ultimi pensieri per Ravello, città medievale, tranquilla, pedonale, città di ricordi e di fonti di ispirazione, città della musica e dei fiori, città di ospiti illustri che hanno scambiato una parte del loro cuore con un ricordo dei panorami infiniti che si godono da Villa Rufolo e Villa Cimbrone, città dove riflettere, sedersi e riflettere, ringraziando della opportunità di vivere per poter gustare la bellezza, rendendosi conto che la bellezza genera bellezza, una stupenda natura genera architetture prezioso, dove c’è il bello c’è pace, dove c’è pace c’è arte e ingegno.

Ciao, alla prossima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.