Proprietà terapeutiche della techno

Ciao.
In questi giorni sto facendo una scoperta decisamente inaspettata.

Non scopro niente di nuovo riguardo le proprietà terapeutiche della musica. Le stimolazioni sensoriali delle armonie musicali interagiscono con gli stati emotivi del nostro Io, fin dal grembo e nel grembo della madre.
Prova a immaginare questa situazione:

Laghetto di montagna, leggera brezza, stormire delle cime dei sempreverdi, lontani gorgheggi degli uccelli, tavola preparata con classe, una tovaglia bianca che scende fino quasi a lambire il terreno, fiori, porcellana, cristalli, candele profumate. Portate gustose e delicate, vini di carattere, profumi e aromi deliziosi. Dietro una balconata stupenda, come le Odle, o la piramide del Cervino.
Stupendo, vero?

Ecco, adesso aggiungi un movimento dalle Quattro Stagioni di Vivaldi, o la sinfonia n° 6 di Beethoven, meglio nota come la “Pastorale”. Adesso ci sei, sei immerso in un’esperienza sensoriale quasi esaustiva, tutto fa esplodere i tuoi recettori di senso.

Bene, ho provato a esporre il concetto, ma non ho scoperto niente di nuovo, appunto.
Finora.

In questi giorni sto facendo un’esperienza inattesa: ho trovato un uso diverso della musica.
Sto scoprendo la techno come antistress.

Musica techno di quella buona, intendiamoci, Fat Boy Slim, Prodigy, The Chemical Brothers.
Credo sia il metronomo alla base dei brani che riesce a forzare un ordine al disordine browniano dei pensieri nella condizione di stress, l’isolamento dall’esterno provocato dalle stress sensoriale del pieno della techno nelle orecchie, quasi a simulare il cullare ovattato del camminare nella nebbia (qui spunta il mio legame con il territorio mantovano).
Ma forse è anche qualcosa di chimico che questa musica scatena nelle strutture subcorticali del cervello, quelle limbiche, primitive.

Non so, dovrei approfondire lo studio, ma dopo qualche brano il mio cervello diviene più reattivo, riprende il suo posto nella teca cranica e si instrada su binari razionali.

Se vuoi provalo e fammi sapere, te lo consiglio in unione con un po’ di attività fisica, come un’oretta di bici, ma mi raccomando, su strade poco trafficate, non vorrei che la techno ti isolasse troppo.

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