Si, viaggiare

Ciao lettore carissimo.

Parliamo di viaggi? Si, parliamone

Possiamo considerare il viaggio una terapia, il chiudersi alle spalle la porta di casa, il prendere la valigia in mano e recarsi in una città diversa dalla propria per scopo di pura evasione ha sicuramente effettivamente positivi sull’equilibrio psico-fisico.

Vuoi mettere avere palazzi, strade, musei, volti, voci, quadri, cieli, colori, profumi, sapori, emozioni, tutti nuovi, tutti diversi dalla quotidianità, pronti ad essere assemblati a piacimento, creando ogni giorno una città nuova, una città come la voglio io, a mia misura?

Sei in grado di apprezzare la pienezza di stimoli sensoriali nuovi, senti l’energia che ti scorre tra pelle e muscoli, riesci a vedere lo stupore nei tuoi occhi di fronte al nuovo, o al già visto, ma che in particolari situazioni diventa ancora più nuovo, magari perché oggi il particolare che vedi è stato colpito da un raggio di sole nuovo, senti la stanchezza catartica dell’acido lattico nei tuoi muscoli la sera quando, molto stanco ma molto felice, ti stendi sul letto, schiacci il tasto rewind e rivivi l’intera giornata?

E’ fantastico! è la cura migliore per chi ama conoscere, per chi ama il bello, per chi riesce ancora a stupirsi, forse a commuoversi, di fronte ai capolavori del genio dell’uomo, quell’uomo che sa essere molto crudele, ma che porta in sé il genio creativo che lo rende unico e speciale.

E non si impara solo arte o architettura, ma modi di vita, tradizioni, sapori, unicità che rendono preziosa la diversità.

Questo gioco pirotecnico di esperienze riesce a lasciare via la preoccupazione del vivere quotidiano, ci permette di schiacciare il tasto Pausa e rimanere in attesa per qualche giorno, è come una piscina in cui galleggiare e non sentire il peso del proprio corpo, i rilasci di endorfine e di adrenalina scaricano lo spirito dalle tensioni, si galleggia in una piscina ideale in cui lo spirito e la mente sono piacevolmente isolate dal dolore e dalla preoccupazione.

Qualche istruzione per migliorare l’esperienza del viaggio:

  • partire con una buona programmazione, ma con una certa flessibilità giornaliera;
  • il viaggio organizzato non lascia spazio a spiacevoli sorprese, ma lega a scelte non tue, quindi limita gli effetti cullanti sull’io;
  • preoccuparsi di avere abbigliamento e scarpe adatte, trovarsi alla base di Trinità dei Monti con scarpe strette o a Londra senza ombrello può essere antipaticamente spiacevole;
  • acquistare una buona guida turistica, una di quelle che ti sa dare informazioni anche su quello che sta al di fuori del percorso turistico ufficiale;
  • soprattutto, scegliersi bene eventuali compagni viaggio, buona compagnia amplifica il piacere.

Nessuna controindicazione?

Purtroppo sì.

Il viaggio alla fine termina.

E non sempre si può partire.

 

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