Di amore e di tenebra

Ho cominciato la mia esperienza al Festival un mercoledì alla soglia del tramonto.
Ho scelto di incontrare Amos Oz pur non avendo mai letto niente di lui, ma attratto dal desiderio di conoscere un autore Israeliano, un creatore di emozioni nato in una terra violentata da emozioni.
E ho avuto la piacevole sorpresa di conoscere un uomo con un cammino interiore altrettanto lacerante e disgregante come il cammino della sua patria.

Storia di amore e di tenebra è una autobiografia, ma non sua, della sua famiglia. Una famiglia ricca di amore, una famiglia ideale per divenire adoloscente, ma che un giorno viene coperta da un manto di tenebre: la madre si suicida, il padre svanisce nel dolore, Amos viene cresciuto in un kibbuz, una fattoria collettiva.

Amos Oz dice che amore e tenebre sono parti indispensabili in una vita, e parti indispensabili tra loro, esse sono in relazione formando un legame indissolubile, non esite amore senza tenebra, nell’amore c’è sempre una parte di tenebra, e si entra nella tenebra anche dall’amore.

Le due parti cercano un equilibrio, e questo equilibrio modera il caos della vita, l’entropia del vivere. Amos Oz è un maniaco dell’ordine, per sua diretta ammissione non resiste a vedere un cucchiaino non lavato sul lavabo, deve per forza ordinarlo nel cassetto, al suo posto, in ordine.
L’antitesi tra amore e tenebra in conflitto, ma in equilibrio dinamico tra loro, sono gli strumenti per ordinare il nostro vivere, che è tutto fuorchè ordine.

Amos Oz (che ha un nome di una bellezza assoluta, un nome che non si può urlare, si può solo sussurrare, fare uscire dalle labbra con la dolcezza della brezza mattutina) ha parlato anche della sua terra, Israele. Ha detto che la creazione dei due stati, israeliano e palestinese, è inevitabile, tutti lo sanno, ma nessuno lo accetta, nessuna farà festa quando questo succederà. Con la sua abilità di narratore ha definito la situazione con questa immagine: un paziente che deve affrontare una operazione pesante e inevitabile, a cui in qualche modo si è rassegnato, ma con nessun chirurgo disposto a farla.

Amos

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