L’amore è silenzio

Se uno nasce su un carretto in Trentino e poi cresce ad Erto nella valle del Vajont ha buone probabilità di fare da grande il Mauro Corona.

Scultore, alpinista, scrittore, uomo vero. Definire Corona è difficile. Spigoloso, orso, primitivo, poeta, narratore, raccontatore. Tutto questo, e una miscela di questo, e tanto altro, e tanto, tanto spirito.

Forse le sue frasi lo descrivono: “non esiste un cammino, il cammino la fai camminando”, “non si può parlare d’amore, l’amore è silenzio, io quella parola lì non l’ho mai usata, e se l’ho usata ho sbagliato”.
O forse quella birra invocata all’inizio dell’incontro, ricordo ed esorcismo del suo passato da alcolista, esperienza da cui ha più volte messo in guardia i giovani.

Ma era un’esperienza inevitabile, con la solitudine della terra in cui viveva e con la violenza cieca del padre, giunto a rivolgere contro il figlio una lama fermata da Mauro con le proprie mani.

Allora uno o si perde, magari annegando in quelle birre, come sono annegati nel Vajont centinaia di amici, o scopre i libri, e comincia a viaggiare con quei libri, scopre mondi e realtà diverse, scopre che pensare e parlare, scrivere, può aiutare a vivere, che se sei un raccontatore devi raccontare a tutti quelli che puoi, che quello che non va bisogna dirlo “maledetto quel proverbio che dice  – i panni sporchi si lavano in famiglia – , bisogna farsi ascoltare, bisogna gridare i problemi, bisogna lasciarsi aiutare”

Parla in anteprima del suo prossimo libro, “La fine del mondo storto”, un mondo in cui spariscono di colpo i combustibili fossili, sparisce l’energia che noi conosciamo. E nessuno riesce a fare più niente, la maggior parte dell’umanità muore, gli altri cominciano ad arrangiarsi con quello c’è, qualcuno diventa cannibale, poi la vita comincia a ripartire.
E’ un accorato inno al rispetto ed alla conoscenza della natura, un escursionista che si perde in un bosco non può morire con un accendino in tasca, la natura e il lavoro manuale dovrebbero essere insegnati a scuola.

Di fronte a Mauro si ride, si ride molto, ma finito il fragore del riso resta il pesante contenuto di una frase fatta rotolare come sasso lungo un dirupo, parte piano e non fa rumore, ma continuando a rotolare il rumore diviene fragore, e ti devi spostare. O riflettere e capire dove muoversi, ma comunque muoversi.

Prima di finire un consiglio: se in un bar trovate uno strano personaggio mezzo orso e mezzo folletto che vi offre da bere, non rifiutate: è Mauro Corona che vi offre da bere, perché si beve in compagnia. Non rifiutate, non offendete Mauro, non offendete in lui l’Uomo.

E non dimenticate, i libri servono anche per far soldi, soprattutto per far soldi, e aver fatto studiare tutti i suoi figli con i soldi è fonte di orgoglio per Mauro Corona, è un affrancarsi da un destino, è dare una speranza al futuro.

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