Le vergini della Steccata

Le vergini sagge hanno la lanterna accesa, la luce illumina l’arcone.
Le vergini stolte le hanno spente, l’olio si è già consumato. (Cft. Mt, 25, 1-13).
Le stolte hanno il sorriso sulle labbra, il volto luminoso, le stolte cupe e riflessive.
Esili, aggraziate, eleganti, bellissime campiscono l’arcone della chiesa di Santa Maria della Steccata a Parma (quasi di fronte al Teatro Regio), capolavoro assoluto di Francesco Mazzola detto il Parmigianino.
Una storia infinita quella della decorazione della Steccata, mai portata a termine, se non per l’unico arcone. Una storia di rinvii e diatribe, una storia di carte bollate, una storia di minacce tra colleghi, una storia di genio e di follia.
Dieci anni, cinque mesi effettivi di lavoro, probabilmente l’inizio della fine della carriera e della vita del Parmigianino. Morirà esule a Casalmaggiore, forse di peste o forse avvelenato dagli esperimenti alchemici a cui si era convertito.
Morirà a 37 anni, come Raffaello e Toulouse-Lautrec.
Se passate per Parma, munitevi di qualche moneta da 1 euro e andate a vedere le vergini della Steccata.
Steccata1

Steccata2

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