Venere

“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto”

Dicono fosse Simonetta Vespucci, nata Cattaneo. Dicono che fu l’amante di Giuliano de Medici, il fratello di Lorenzo. Dicono che fu amata da Botticelli. Certo fu la sua modella, la sua musa, la sua dea.

Per certi aspetti si può considerare la prima top model della storia, la Cindy Crawford del Rinascimento. Di doti ne aveva tante, gli occhi grigi e i lunghi e fluenti capelli biondi, così rari all’epoca, l’inizio del Rinascimento, seconda metà del Quattrocento. Ed era pure lontana parente di Amerigo Vespucci, e pare nacque a Porto Venere, come se il toponimo ne marcasse DNA e destino.

Come Posh Spice e Beckham fu ritratta con l’amante in un’opera iconica, la Primavera di Botticelli. Botticelli la fece anche Venere Nascente dalla spuma delle acque, dopo che il mare fu fecondato dal seme del padre Urano, la fece Madonna, la fece semplicemente bellissima giovane donna come era.

Sembra che il cielo invidioso se la volesse riprendere presto, morì giovane, a 23 anni, Lorenzo de Medici ve la rimise in versi con il sonetto:

O chiara stella, che coi raggi tuoi
togli alle tue vicine stelle il lume,
perché splendi assai più del tuo costume?
Perché con Febo ancor contender vuoi?
Forse i belli occhi, quali ha tolti a noi
Morte crudel, che omai troppo presume,
accolti hai in te: adorna del lor lume,
il suo bel carro a Febo chieder puoi.
O questa o nuova stella che tu sia,
che di splendor novello adorni il cielo,
chiamata esaudi, o nume, e voti nostri:
leva dello splendor tuo tanto via,
che agli occhi, che han d’eterno pianto zelo,
sanza altra offension lieta ti mostri.

L’opera che segue è Venere, di Botticelli, faccio un breve commento: immaginatevi di essere per un momento Paride, avete in mano il pomo del Giudizio della discordia. Avete davanti il potere di Giunone, la sapienza di Minerva e lei, che vi offre la sua bellezza in una donna mortale da poter stringere tra le braccia. Scelta difficile? Direi di no, se Parigi val bene una messa, Elena val bene una guerra. E guardando quegli occhi, naufragar m’è dolce in questo mare.

E un po’ (tanto) invidio Botticelli, perché per me non potrai posare mai

 

Sandro Botticelli Venere, Galleria Sabauda, Torino

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