La città ideale per vedere La Città Ideale

Il prestito della Città Ideale di Urbino è un evento di grandissima valenza storica e culturale per Mantova. La sottile tavola a tempera della fine del ‘400, ora assegnata ad ignoto pittore dell’Italia centrale, fu a lungo attribuita a Laurana, che impostò il progetto del Palazzo Ducale di Urbino, ma anche a Leon Battista Alberti e persino a Piero della Francesca. Al di là della semplice e perfetta esecuzione pittorica, l’opera è densa di significati umanistici e filosofici.
Ispirato all’ideale isola di Utopia, teorizzata da Tommaso Moro, l’inglese Thomas More. Egli coniò il termine stesso, utopia, giocando sul gioco di parole tra utopia, nessun luogo, ed eutopia, luogo buono.
Nel 400 prese corpo l’idea utopica di realizzare l’architettura perfetta, e per estensione il borgo perfetto. Nelle opere di Vitruvio, di Leon Battista Alberti, del Filarete le basi teoriche di questo concetto.
La tavola rappresenta uno di questi borghi ideali, rigidamente geometrico, rigidamente costruito sulle reciproche proporzioni degli edifici, con gli unici edifici con le porte aperte rappresentati dagli edifici religiosi, unico spazio dove l’anima trova sempre accoglienza.
Ma la cosa che rende visibilmente ideale e quasi magica la città urbinate è la sospensione della vita.
Ad un prima impatto infatti non esistono esseri viventi, nessun animale, nessun essere umano attraversa la piazza o si affaccia da una finestra.
In realtà c’è vita.
Vita vegetale, piccole pianticelle sui davanzali delle finestre, e un minuscolo paesaggio sulla sfondo, è una vita fissa immobile, ma è vita, è una vita sospesa che rende viva l’intera rappresentazione, idealizzandola, rendendola immune dalle storture della vita umana, dal dolore e dalle passioni, lasciando solo il bello, mai sporcato e per questo ideale.
Infatti, l’Utopia è il luogo perfetto che non esiste in nessun luogo.
A Mantova, in Palazzo Ducale, in occasione
della mostra “Costruire, abitare, pensare.Sabbioneta e Charleville città ideali dei Gonzaga” la pala rimane fino a fine novembre, la mostra chiude il 2 aprile. Un’occasione.

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