III – Il Pesciolino e il Pescatore – Jean de La Fontaine

Un pesciolin diventa un pesciatello, e poi, la Dio mercé, se mangia e cresce, è ver, diventa un pesce; ma non dimostra aver troppo cervello chi lascia il pesce piccolo per pigliarlo di poi più grosso e bello. Un Carpioncel meschino nella rete incappò del Pescatore. – Ogni poco fa numero, – in suo core disse quell’uomo, e il butta nella cesta per cominciar la festa. – Sono così piccino e inconcludente, – il pesciolin gridò, – che in me non hai da consolare un dente. Lasciami andar, quando sarò carpione, nella tua rete, il giuro, tornerò. Allora sì che avrò la proporzione da far un buon contratto: mentre occorron dugento pari miei a riempire un piatto, e tal piatto, che anch’io non mangerei -. A lui rispose il furbo Pescatore: – Insipido sì o no, nella padella, pesce predicatore, andrai stasera, e quasi mi lusingo che sarà la tua predica più bella -. Un ho vale di più di cento avrò, l’uno almeno è sicuro e l’altro no.

Il poco di oggi vale di più della promessa di domani.

Se vuoi vedere la versione di Chagall, Mantova ti aspetta Marc Chagall. come nella pittura così nella poesia

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