XX – L’Orso e i due Compari – Jean de La Fontaine

Ad un vicin mercato due Compari, a corto di denari, vendettero d’un grande Orso la pelle, d’un Orso, ben inteso, che non aveano ucciso ancor né preso. A sentirli, degli orsi era il campione, e la pelle soltanto una fortuna da foderar non una, ma due zimarre contro il più ribelle freddo della stagione. Prometton che in due dì saranno pronti la pelle a consegnar, non altrimenti che la pelle trattassero d’un fico. E senza fare i conti coll’Orso, vanno in traccia dell’amico. Vanno, ed ecco che subito si affaccia la belva che galoppa e mostra i denti. Contratto addio! non è quello il momento di far affari colla bestïaccia, ma di scappar… e scappan come il vento. L’uno svelto s’arrampica su un albero, l’altro si butta in terra colla faccia, e fa il morto, non fiata, avendo udito che l’orso con chi puzza di cadavere di rado si è mostrato inferocito. – Puzza da morto, andiamo, – disse l’Orso e nel bosco si rintana. Un degli amici scende allor dal ramo e coll’altro di cuore si congratula che ancor la sia passata così piana. – E non t’ha della pelle anche discorso quando il muso all’orecchio avvicinò? – No, no, ma disse, se non ho frainteso, che non bisogna vendere dell’orso la pelle mai prima d’averlo preso.

Mai vendere la pelle dell’orso prima di averla (o di trappatoniana memoria, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco)

Se vuoi vedere la versione di Chagall, Mantova ti aspetta Marc Chagall. come nella pittura così nella poesia


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