XVIII – La Volpe e i Tacchini – – Jean de La Fontaine

 

Contro i frequenti assalti d’una Volpe ai Tacchini era una pianta fortezza inespugnabile. La perfida sprecava i suoi bei salti, che sempre in sentinella eran le bestie contro le insidie. Ond’ella si rodea. – Costor, – dicea, – si vogliono burlare, ma per gli dèi! scommetto che una volta o un’altra saprò ben farla pagare -. E mantenne il suo dir. Splendea la luna lucida a favorir l’accampamento del tacchinesco esercito. E la Volpe, maestra in argomento d’assediar città, ricorse al vecchio sacco delle astuzie. Salta di qua, di là, balla sui piè, fa il morto, fa il risorto, con tanta abilità, che nessun Arlecchin meglio non sa. Spiega la coda al bel lume d’argento
ed i Tacchini in guardia sulla pianta con cento lazzi incanta. Ma il tener l’occhio fisso e sempre teso
in un oggetto fa che del nemico si confonda la vista entro una nebbia quasi di sonno; e tratto dal suo peso
qualcun già casca addormentato e stanco. A lui la Volpe il fianco addenta e il porta, nella sua dispensa.
Poi casca un altro, un terzo, e mezzo infine l’esercito nell’ugne sue volpine. La paura del mal è l’occasione
che tira qualche volta in perdizione.

Se vuoi vedere la versione di Chagall, Mantova ti aspetta Marc Chagall. come nella pittura così nella poesia

Questa era l’ultima delle 40 favole di Jean de La Fontaine descritte dalle acqueforti di March Chagall esposte a Mantova nel Palazzo della Ragione, fino a febbraio, insieme ad altre acqueforti sulle storie della Bibbia e sul romanzo di Gogol “Le anime morte”. oltre a questo alcuni bellissimi quadri e la ricostruzione completa del teatro Ebraico di Mosca, vero capolavoro giovanile dell’artista bielorusso di nascita. Se adesso vi è venuta voglia di una visita, beh, parliamone..

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