Gian Lorenzo, il maestro del Barocco

Come promesso, passeremo un po’ di tempo in compagnia di Gian Lorenzo Bernini, un vero maestro in molte arti, ma che nella scultura raggiunse vette di ineguagliabile bellezza, riuscendo da dar morbidezza al freddo marmo facendolo divenire carne morbida e palpabile.

In questo primo incontro parleremo un po’ della sua vita, quindi sarà il meno brillante di tutti, ma almeno poi lo conosceremo come un amico.

Gian Lorenzo nasce a Napoli, il 7 dicembre 1598, figlio di Pietro, anche lui scultore, ma fin da piccolo si trasferirà a Roma per le committenze papali del padre. Già prima degli anni 20 del Seicento produce opere autonomamente, e in questi anni stringe un sodalizio con il cardinale Scipione Borghese che farà esplodere la fama e la sua abilità artistica. Molte delle opere di cui vi parlerò devono la loro genesi a questo sodalizio, fertile e illuminato da abilità e creatività.

Un Barberini invece sarà il primo degli otto Papi con cui Bernini lavorerà a Roma. Per loro svolgerà progetti di scultura, ma anche di architettura, come i mirabili interventi in San Pietro, con il Baldacchino del”altare maggiore, la macchian scenografica della Cattedra di San Pietro dietro lo stesso altare, proseguimento e naturale completamento, una serie di statue per sepolture ed il bellissimo colonnato che abbraccia la piazza come la Chiesa abbraccia tutti i fedeli della cristianità universale.

Fu inoltre pittore e scenografo, come scenografiche sono molte delle opere da lui realizzate nelle varie chiese di Roma, come vedremo poi.

A sentire queste note sembra che la sua fu una vita di successo e gloria, ma anche Lorenzo ebbe le sue traversie.

Fumantino come Caravaggio, ebbe il suo momento di follia per Costanza Bonarelli, sua amante, ma un po’ di larghe vedute, fu amante anche del fratello di Lorenzo, Luigi, e tentò di ferirli entrambi, ma più fortunato di Caravaggio fu perdonato per la sua abilità artistica.

Cadde in disgrazia con papa Innocenzo X, nato Giovanni Battista Pamphilj, il quale lo costrinse a far abbattere i campanili gemelli che aveva costruito ai lati di San Pietro per problemi di stabilità strutturale, mai veramente dimostrata. Ma grazie alla sua abilità riuscì a far avere al papa il modello in argento di una delle più belle e famose fontane di Roma, e il pontefice ne affidò a lui la realizzazione invece che al rivale Borromini.

Ah, la fontana è quella dei fiumi in piazza Navona.

Bernini muore nel 1680, dopo aver lasciato tanti altri capolavori in giro per la città, uno degli ultimi fu il progetto degli angeli sul ponte di fronte a Castel Sant’Angelo, trasformando il ponte in un percorso di riflessione sulla Passione di Cristo.

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