Il mondo fluttuante a Milano

A Milano, a Palazzo Reale, c’è una mostra sull’arte giapponese del periodo Edo, tra fine 1700 e 1800. Sono stampe, per la precisione xilografie, e segnalo subito un bellissimo video in cui viene illustrata quest’arte amanuense eccelsa.
Molti sono gli spunti che ho portato via dalla mia visita, ma mi concentro su una sala.
Su un allestimento circolare è esposta la serie di Hokusai delle trentasei vedute del monte Fuji, la montagna sacra del Giappone, un vulcano che in pratica è un cono perfetto, quello che fai in spiaggia con la sabbia da piccolo dopo il bagno e la merenda.
Il Fuji c’è sempre, ma non è mai in primo piano, è facilmente identificabile, ma è in contesti, condizioni climatiche, ore del giorno, giorni dell’anno, punti di vista diversi.
Agli estremi di un diametro, le due stampe in cui il Fuji è protagonista, colorato, rosso, con cielo blu e nuvole bianche, e comunque non al centro, ma defilato.
Sul cerchio sono trentacinque, l’ultima, la star, è al centro.
La grande onda di Kanagawa, opera iconica, opera di impressionante bellezza, che è stata protagonista di esposizioni a lei dedicata, come al British Museum.
L’onda si innalza a sinistra, spumeggiante, si divide in riccioli, riccioli che si agitano come i serpenti di Medusa.
Tra le sue spire la barca di un pescatore combatte per solcare il mare agitato.
Bellissimo.
Una mostra che merita, di essere vista, letta e studiata. Per capire un periodo e uno stile che incuriosì gli impressionisti e li spinse ad uscire per dipingere la natura nella natura stessa.
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