II – Il Vaso di terra e il Vaso di ferro – Jean de La Fontaine

Un Vaso di ferro a un altro di creta un giorno chiedeva: – Viaggi, vicino? – No, caro, la fragile natura mel vieta, restare desidero accanto al camino. Un picchio, uno spigolo, che a sorte mi tocchi, può subito mettermi in quindici tocchi, viaggi chi il corpo si sente più saldo, qui dentro la cenere deh! lasciami al caldo -. Il Vaso di ferro per fargli coraggio: – Non darti pensiero, diletto vicino, in ogni momento del nostro viaggio avrai nel mio corpo usbergo e cuscino. I colpi e gli spigoli conosco da un pezzo, e vigile sempre a mettermi in mezzo, né corpo, né punta di cosa un po’ dura non fia che ti rechi dolore o frattura -. A queste parole il debol si attacca al forte compagno, e vanno con Dio: ma zoppica tu che zoppico anch’io, un fianco si pesta, un altro si ammacca. Non vanno mezz’ora che contro il più forte ha rotte le costole il Vaso di terra. Chi sta co’ suoi pari, in pace ed in guerra, del povero Vaso non corre la sorte.

Di manzoniana memoria, il simile si mescoli solo con i propri simili, se non vuole avere le ossa rotta.

Se vuoi vedere la versione di Chagall, Mantova ti aspetta Marc Chagall. come nella pittura così nella poesia

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